venerdì, ottobre 04, 2013

Empatia fra noi esseri viventi


Oggi voglio ricordare quelle povere persone morte da poche ore in mare e tutte quelle altre che, con tremendi sforzi, sono riuscite ad arrivare in Europa e che giorno dopo giorno, con tremendi sforzi, cercano di sopravvivere alla bene e meglio, alle volte senza concludere nulla.

Io sò pochissimo dell'immigrazione, ma sò che chi scappa dalla propria famiglia, dagli affetti e dagli amici, dal proprio paese e dalla quotidianità a cui è abituato fin da piccolo, non lo fa per burletta ma perché è disperato. E chi accetta di imbarcarsi su barconi improvvisati, stretto e incastrato in mezzo ad altri disperati, senza acqua, senza nulla, con figli alle volte, non lo fa per fare un torto a noi che viviamo in Europa, ma perché non ha altra scelta.

La disperazione merita molto rispetto e nessun uomo ne è immune, ricchissimo o povero che sia.

Ieri, in un breve intervento di Radio Popolare, hanno detto che è inutile scagliarsi contro gli scafisti, perché questi non sono altro che dei disperati, anch'essi in fuga, che accettando di guidare il barcone previo accordo di non pagarne il trasporto. Perché il viaggio costa molto.
Gli "scafisti", quindi, accettano di essere capitani del barcone perché magari sono pescatori e hanno qualche nozione rudimentale di come si viaggia in mare, ma il mare aperto è tutta un'altra cosa e spesse volte l'esito del viaggio non è positivo.
Lo spostamento poi, avviene spesso su ex barconi da pesca che invece di venire rottamati (rottamare ha un costo) vengono venduti per il trasporto di esseri viventi e i proprietari sono ben contenti che il mezzo superi le coste del paese in cui il mezzo è registrato, così da non essere riconosciuto e, ancora meglio, affondi in acque internazionali, così da non riportare nesuna rogna all'antico proprietario.

Le persone che scappano lo fanno perché nei loro paesi c'è la dittatura, la repressione, perché rischiano la galera e sanno cosa sono le torture... e scappano sapendo di lasciare la propria mamma, il proprio papà, fratelli o sorelle nelle stesse condizioni.

Cosa si prova a sapere che la propria mamma può essere oggetto di "attenzioni" da parte della polizia locale? Il mio cervello non mi dà risposte in tal senso e si rifiuta di immaginarlo, ma l'empatia con queste persone per me è forte.

Un articolo di ciò che è accaduto lo trovate QUI.

"L'aver viaggiato per 5 giorni in un vagone merci piombato è un'esperienza che non si dimentica"
Da un'intervista a Primo Levi.


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