domenica, marzo 15, 2015

#Maxiprocesso #NoTav 2 Dicembre 2014

Il resoconto a disegni qui sotto riportato, realizzato durante il Maxi Processo ai danni di 53 NoTav il giorno 2 Dicembre 2014, lo dedico ad Antonio Ginetti e a tutti/e coloro che sono stati/e perseguiti/e e poi condannati/e dalla “giustizia” torinese.
Ora, a fine processo, so che le condanne sono state in tutto 47 per un totale di 142 anni e 7 mesi di reclusione. Un bel totale per chi protegge la propria terra da infiltrazioni mafiose oltre che da danni irreparabili all'ambiente.

Il 2 Dicembre, grazie alle arringhe degli avvocati e a i video trasmessi, sono venuta a conoscenza di un'altra parte importante dei fatti ricostruiti durante quelle giornate di manifestazione nell'estate del 2011, fatti di cui la stampa non ha mai parlato e che lo stesso tribunale di Torino non ha preso in giusta considerazione e con il peso che dovevano avere.

Spero che questo mio piccolo contributo possa, seppur in minima parte, aiutare la divulgazione delle notizie di cui in rete non mancherete di trovare abbondante materiale video.


Dopo la partenza mattutina da Voghera, eccomi nuovamente qui vicino al carcere delle Vallette nel parcheggio nascosto destinato all'aula bunker.
Il parcheggio è deserto quindi ne approfitto per disegnare due agenti che parlottano vicino ad un cellulare della polizia.
Per entrare in aula il percorso è sempre lo stesso: prima tappa per la registrazione con documenti alla mano, una seconda tappa con svuotamento dello zaino e controllo della persona con metal detector (sottolineo alla signora carabiniere che porto un reggiseno col ferretto ma l'apparecchiatura non lo segnala e io levo i tacchi).


Dentro l'aula bunker ritrovo i compagni e le compagne del movimento con cui scambio saluti e abbracci. Sono consapevole della situazione pesante in cui si trovano 53 NoTav indagati/e e sotto processo, ma ugualmente non riesco a frenare la felicità di rivedere tutti e tutte.
La consapevolezza delle idee comuni ci unisce ma... non voglio parlare di questo, ora! Il mio compito è quello di carpire più informazioni possibili dalla giornata di oggi dalla mia posizione privilegiata vicino al banco degli imputati.
(nota per chi non ha mai visto il presente tribunale: l'aula bunker è molto grande e solo una piccola porzione in fondo, rispetto al banco degli imputati e del giudice, è organizzata per cittadini e cittadine intenzionate a seguire il processo; da questa posizione non si vede nulla e si sente pure male. Il resto del tribunale è aperto solo a imputati, avvocati, giornalisti e giornaliste- N.d.a)

Quella di oggi è la giornata dedicata alle arringhe degli avvocati difensori.

Avvocatessa Cagià, arringa in difesa di Delsordo:
“Delsordo è stato accusato di lancio di pietre ma, in questo processo, si è dimostrato come il lancio di una di lacrimogeno e una pietra, NON PORTATE DA CASA, siano risposte dettate dalla rabbia di un momento.”


L'avocatessa Cagìa continua:
E' stato inoltre ampiamente provato, grazie al materiale filmato dalle stesse forze dell'ordine, che il 3 Luglio 2011 L'USO SPROPORZIONATO DI LACRIMOGENI HA PRECEDUTO QUALSIASI REAZIONE DEI MANIFESTANTI, che gli agenti si erano da tempo preparati con maschere antigas e loro stessi HANNO TIRATO PIETRE IN MODO IMPONENTE TANTO DA FAR APPARIRE LA SCENA UNA GUERRA DI TRINCEA.”

Io stessa sono rimasta senza parole quando sono stati trasmessi i video in cui i poliziotti ordinavano contro chi sparare lacrimogeni ad altezza uomo con l'intento di colpire.
Altri video facevano chiaramente vedere agenti di polizia che lanciavano pietre contro la folla.

I video in rete si trovano.

Mi chiedo velocemente, tra un disegno e l'altro, quante persone oltre noi che seguiamo i processi, sappiano di tali video prima di gridare “terroristi” in direzione dei No Tav.



Mentre disegno, l'avvocato Cognini, nella sua arringa, sottolinea perfettamente una questione che ho più volte anch'io tentato di spiegare, usando però termini molto meno efficaci:
“Per decidere con serenità dei fatti, questi vanno restituiti alla loro dimensione storica , uscendo dalla finzione dove gli imputati sono i cattivi, i PROFESSIONISTI DELLA VIOLENZA.
Non è così.
Il movimento NoTav ha una storia comune pur tra tante differenziazioni e un pezzo di quella storia si trova sul baco degli imputati.
Rompiamo lo stereotipo del piacere della violenza come una sorta di hobby, ma ribadiamo come RESISTERE COSTI FATICA, è UNA SCELTA NECESSITATA DALL'URGENZA DI DIFENDERE I DIRITTI PERSONALI E COLLETTIVI. Restituiamo autenticità e dignità al movimento e agli imputati; dico questo non solo per un senso di giustizia ma per eliminare il rischio più grande che riguarda tutti/e, ovvero che è GIUSTO CI SIA UNA CONFLITTUALITA' SOCIALE IN UNA DEMOCRAZIA, COME è GIUSTO CHE IN CERTI CASI SI VìOLI LA NORMA. Spesso sono nate emancipazioni da essa e solamente nelle dittature l'oppositore politico viene disegnato come un bandito!

(Grazie a Massimo di Tg ValleSusa per le registrazioni audio e grazie a Simonetta di Tg Maddalena per i VIDEO e gli ARTICOLI  – N.d.a)


Avvocato Molè in difesa di Schiaretti Matteo.

Matteo sembra essere stato “riconosciuto” dall'accusa per due fotografie scattate in due diversi momenti: una foto è stata estrapolata dalle riprese video fatte dall'elicottero l'estate del 2011, durante la manifestazione, l'altra è stata fatta durante un controllo del pullman sul quale Matteo viaggiava di ritorno -forse- dalla Valle.
Nelle due foto, le due figure portano una maglietta gialla (è una prova?!) e si intravede un tattoo sulla mano destra, nemmeno uguale come hanno potuto dimostrare gli avvocati difensori, ma queste due uniche prove sono bastate a portare a processo Matteo.


Gli avvocati mandano uno spezzone di video ripreso dalle stesse forze dell'ordine il giorno dello scontro in cui si sentono chiaramente, fuori campo, gli incitamenti degli agenti:

“Lo vedi? Tiraglielo dritto!”

“Lo vedi il bastardo qua sotto? Se riesci a centrarlo... prendi la mira appena esce!”
(“appena esce” inteso quando esce allo scoperto un ragazzo dal cespuglio dove era nascosto. n.d.a)

“Se riesci a centrarlo... prendi la mira appena esce”
(l'incitamento è a centrare la persona, il manifestante NoTav con un candelotto lacrimogeno, peso 120g e sparato con ordigni professionali a 300Km/h n.d.a)


  Concludo il resoconto con alcune immagini ridisegnate a casa e con la possibilità di avere il fermo-immagine dei video di youtube.
Ringrazio Simonetta e Tg Maddalena per il materiale caricato in rete di cui consiglio -vivamente- la visione.

Nei video si vedono chiaramente agenti che lanciano pietre verso i manifestanti.

Voci fuori campo dei poliziotti:
“Non lo prendere in faccia, eh!”
“No, sulla gamba lo prendo”

Sempre voci fuori campo degli agenti mentre tirano lacrimogeni ai manifestanti:
“Dove glielo tiro, lì in mezzo?”
“Sì sì, se riesci sì”
“Ma io glielo tiro per fare male...”
“No no, alla testa no”

Le immagini video (ribadisco, girate dalle stesse forze dell'ordine) riprendono chiaramente il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo con l'intento di colpire le persone.

Nei video si vede che i poliziotti sparano alla folla, contro i/le manifestanti!

Quel giorno in Valle sono stati lanciati 4357 lacrimogeni contro una folla di persone inermi. 

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Siti importanti da cui potrete recuperare informazioni dirette e di prima mano (le giornaliste ed i gionalisti di questi due siti riprendono direttamente immagini e audio):


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