Pubblicato sulle pagine del settimanale Il Giornalino, Edizioni San Paolo, n.20 del 13 Maggio 2012, 2.30Euro.
Sono passati 20 anni da quella tragica stagione in cui 2 Uomini (ed il loro seguito di persone oneste e decise) hanno saputo mettere i bastoni fra le ruote alla mafia (quella vera, quella che esiste, quella che non risparmia), 20 anni di ricerche per scovare i mandanti, 20 anni di parole di cordoglio, 20 anni di commemorazioni, di ricordi, di facce tristi e... di maschere tristi.
In questi 20 anni le persone comuni, quelle come noi per intenderci, hanno fatto e continuanoi a fare di tutto affinché non si perda la memoria di ciò che è accaduto.
Sono quindi contenta di poter recensire un fumetto realizzato per dare memoria alla figura di Giovanni Falcone, un magistrato che non si è lasciato intimidire in nessun momento della sua carriera, anche quando era palese l'intento di togliergli prestigio per eliminarlo. E sono contenta che questo messaggio possa arrivare ai più giovani a cui Il Giornalino si riferisce, ragazzi a cui è giusto lasciare una memoria.
Claudio Stassi, che peraltro conosco come fumettista e come amico da molto tempo, ha saputo farci conoscere i personaggi e introdurci nelle loro storie fin da subito grazie ai dialoghi: scopriamo così che il giovane protagonista della storia si chiama Giovanni, abita a Palermo, è vivace, va a scuola, ama le figurine dei calciatori ed il suo nome lo deve ad una persona di cui però non conosce nulla. E sarà proprio il papà a raccontargliela, come regalo per il suo decimo compleanno, facendogli ripercorrere la storia di quella persona che porta il suo stesso nome e che il bimbo chiama Bum.
Ma le prime pagine non servono solo a questo, perché insieme alla storia del magistrato c'è anche una seconda storia da raccontare, una storia iniziata tra i banchi di scuola e di cui il piccolo Giovanni non vuole parlare nemmeno a suo padre: che è accaduto al suo compagno di classe Simone? Come ha fatto a rompersi il braccio? E ancora: con tutte le figurine che compra, perché il piccolo Giovanni non ha ancora finito l'album? Il ragazzino non risponde alle domande del padre, evita di guardarlo negli occhi dicendo che lui non sà nulla, che lui non era vicino a Simone quando è caduto dalle scale... Ed è qui che il papà capisce l'importanza del suo racconto e la necessità di proteggere suo figlio e facendogli capire che non è solo nella sua battaglia a scuola e che questa battaglia va combattuta parlando e denunciando, mai col silenzio.
Concludo la presentazione con le perfette parole dello stesso Falcone che Wikipedia riporta nella pagina a lui dedicata, tratte da un'intervista su Rai Tre:
" La mafia non è affatto invincibile. E' un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni."
Luigi Garlando nasce a Milano nel 1962. E' un giornalista della Gazzetta dello Sport. Da anni scrive libri per ragazzi tra cui "Camilla che odiava la politica" (Rizzoli 2008) e la serie "Gol!" per Piemme. Ha scritto anche romanzi per adulti. "Per questo mi chiamo Giovanni" ha vinto numerosi premi e ispirato il film documentario "Io ricordo", prodotto da Indiana Prodiction per Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia. Per Il Giornalino ha pubblicato in anteprima la storia breve "L'isola del naso".
Claudio Stassi nasce a Palermo nel 1978 ed ora vive e lavora a Barcellona. Per BeccoGiallo ha pubblicato: "Brancaccio, storie di mafia quotidiana" su testi di Giovanni Di Gregorio, tradotto anche in Francia per l'editrice Casterman e in Spagna per Norma Edizioni. Ha vinto il concorso "Montalbano a Fumetti" pubblicando per Hazard Edizioni la rilettura a fumetti della storia breve: "L'Avvertimento" di Andrea Camilleri. E' statao insegnante presso la Scuola del Fumetto di Palermo. Per IL Giornalino disegna sui testi di Fabrizio Lo Bianco "Bau e Woof".
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