Il resoconto a disegni qui sotto
riportato, realizzato durante il Maxi Processo ai danni di 53 NoTav
il giorno 2 Dicembre 2014, lo dedico ad Antonio Ginetti e a tutti/e
coloro che sono stati/e perseguiti/e e poi condannati/e dalla
“giustizia” torinese.
Ora, a fine processo, so che le
condanne sono state in tutto 47 per un totale di 142 anni e 7 mesi
di reclusione. Un bel totale per chi protegge la propria terra da
infiltrazioni mafiose oltre che da danni irreparabili all'ambiente.
Il 2 Dicembre, grazie alle arringhe
degli avvocati e a i video trasmessi, sono venuta a conoscenza di
un'altra parte importante dei fatti ricostruiti durante quelle
giornate di manifestazione nell'estate del 2011, fatti di cui la
stampa non ha mai parlato e che lo stesso tribunale di Torino non ha
preso in giusta considerazione e con il peso che dovevano avere.
Spero che questo mio piccolo contributo
possa, seppur in minima parte, aiutare la divulgazione delle notizie
di cui in rete non mancherete di trovare abbondante materiale video.
Dopo la partenza mattutina da Voghera,
eccomi nuovamente qui vicino al carcere delle Vallette nel parcheggio
nascosto destinato all'aula bunker.
Il parcheggio è deserto quindi ne
approfitto per disegnare due agenti che parlottano vicino ad un
cellulare della polizia.
Per entrare in aula il percorso è
sempre lo stesso: prima tappa per la registrazione con documenti alla
mano, una seconda tappa con svuotamento dello zaino e controllo della
persona con metal detector (sottolineo alla signora carabiniere che
porto un reggiseno col ferretto ma l'apparecchiatura non lo segnala e
io levo i tacchi).
Dentro l'aula bunker ritrovo i compagni
e le compagne del movimento con cui scambio saluti e abbracci. Sono
consapevole della situazione pesante in cui si trovano 53 NoTav
indagati/e e sotto processo, ma ugualmente non riesco a frenare la
felicità di rivedere tutti e tutte.
La consapevolezza delle idee comuni ci
unisce ma... non voglio parlare di questo, ora! Il mio compito è
quello di carpire più informazioni possibili dalla giornata di oggi
dalla mia posizione privilegiata vicino al banco degli imputati.
(nota per chi non ha mai visto il
presente tribunale: l'aula bunker è molto grande e solo una piccola
porzione in fondo, rispetto al banco degli imputati e del giudice, è
organizzata per cittadini e cittadine intenzionate a seguire il
processo; da questa posizione non si vede nulla e si sente pure male.
Il resto del tribunale è aperto solo a imputati, avvocati,
giornalisti e giornaliste- N.d.a)
Quella di oggi è la giornata
dedicata alle arringhe degli avvocati difensori.
Avvocatessa Cagià, arringa in difesa
di Delsordo:
“Delsordo è stato accusato di lancio
di pietre ma, in questo processo, si è dimostrato come il lancio di
una di lacrimogeno e una pietra, NON PORTATE DA CASA, siano
risposte dettate dalla rabbia di un momento.”
L'avocatessa Cagìa continua:
“E' stato inoltre ampiamente
provato, grazie al materiale filmato dalle stesse forze dell'ordine,
che il 3 Luglio 2011 L'USO SPROPORZIONATO DI LACRIMOGENI HA PRECEDUTO
QUALSIASI REAZIONE DEI MANIFESTANTI, che gli agenti si erano da tempo
preparati con maschere antigas e loro stessi HANNO TIRATO PIETRE IN
MODO IMPONENTE TANTO DA FAR APPARIRE LA SCENA UNA GUERRA DI TRINCEA.”
Io stessa sono rimasta senza parole
quando sono stati trasmessi i video in cui i poliziotti ordinavano
contro chi sparare lacrimogeni ad altezza uomo con l'intento di
colpire.
Altri video facevano chiaramente
vedere agenti di polizia che lanciavano pietre contro la folla.
I video in rete si trovano.
Mi chiedo velocemente, tra un disegno e
l'altro, quante persone oltre noi che seguiamo i processi, sappiano
di tali video prima di gridare “terroristi” in direzione dei No
Tav.
Mentre disegno, l'avvocato Cognini,
nella sua arringa, sottolinea perfettamente una questione che ho più
volte anch'io tentato di spiegare, usando però termini molto meno
efficaci:
“Per decidere con serenità dei
fatti, questi vanno restituiti alla loro dimensione storica , uscendo
dalla finzione dove gli imputati sono i cattivi, i PROFESSIONISTI
DELLA VIOLENZA.
Non è così.
Il movimento NoTav ha una storia comune
pur tra tante differenziazioni e un pezzo di quella storia si trova
sul baco degli imputati.
Rompiamo lo stereotipo del piacere
della violenza come una sorta di hobby, ma ribadiamo come
RESISTERE COSTI FATICA, è UNA SCELTA NECESSITATA DALL'URGENZA DI
DIFENDERE I DIRITTI PERSONALI E COLLETTIVI. Restituiamo
autenticità e dignità al movimento e agli imputati; dico questo non
solo per un senso di giustizia ma per eliminare il rischio più
grande che riguarda tutti/e, ovvero che è GIUSTO CI SIA UNA
CONFLITTUALITA' SOCIALE IN UNA DEMOCRAZIA, COME è GIUSTO CHE IN
CERTI CASI SI VìOLI LA NORMA. Spesso sono nate emancipazioni da
essa e solamente nelle dittature l'oppositore politico viene
disegnato come un bandito!”
(Grazie a Massimo di Tg ValleSusa per
le registrazioni audio e grazie a Simonetta di Tg Maddalena per i VIDEO e gli ARTICOLI – N.d.a)
Avvocato Molè in difesa di Schiaretti
Matteo.
Matteo sembra essere stato
“riconosciuto” dall'accusa per due fotografie scattate in due
diversi momenti: una foto è stata estrapolata dalle riprese video
fatte dall'elicottero l'estate del 2011, durante la manifestazione,
l'altra è stata fatta durante un controllo del pullman sul quale
Matteo viaggiava di ritorno -forse- dalla Valle.
Nelle due foto, le due figure portano
una maglietta gialla (è una prova?!) e si intravede un tattoo sulla
mano destra, nemmeno uguale come hanno potuto dimostrare gli avvocati
difensori, ma queste due uniche prove sono bastate a portare a
processo Matteo.
Gli avvocati mandano uno spezzone di
video ripreso dalle stesse forze dell'ordine il giorno dello scontro
in cui si sentono chiaramente, fuori campo, gli incitamenti degli
agenti:
“Lo vedi? Tiraglielo dritto!”
“Lo vedi il bastardo qua sotto? Se
riesci a centrarlo... prendi la mira appena esce!”
(“appena esce” inteso quando esce
allo scoperto un ragazzo dal cespuglio dove era nascosto. n.d.a)
“Se riesci a centrarlo... prendi la
mira appena esce”
(l'incitamento è a centrare la
persona, il manifestante NoTav con un candelotto lacrimogeno, peso
120g e sparato con ordigni professionali a 300Km/h n.d.a)
Concludo il resoconto con alcune
immagini ridisegnate a casa e con la possibilità di avere il
fermo-immagine dei video di youtube.
Ringrazio Simonetta e Tg Maddalena per
il materiale caricato in rete di cui consiglio -vivamente- la
visione.
Nei video si vedono chiaramente
agenti che lanciano pietre verso i manifestanti.
Voci fuori campo dei poliziotti:
“Non lo prendere in faccia, eh!”
“No, sulla gamba lo prendo”
Sempre voci fuori campo degli agenti
mentre tirano lacrimogeni ai manifestanti:
“Dove glielo tiro, lì in mezzo?”
“Sì sì, se riesci sì”
“Ma io glielo tiro per fare male...”
“No no, alla testa no”
Le immagini video (ribadisco, girate
dalle stesse forze dell'ordine) riprendono chiaramente il lancio di
lacrimogeni ad altezza uomo con l'intento di colpire le persone.
Nei video si vede che i poliziotti
sparano alla folla, contro i/le manifestanti!
Quel giorno in Valle sono stati
lanciati 4357 lacrimogeni contro una folla di persone inermi.
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Siti importanti da cui potrete recuperare informazioni dirette e di prima mano (le giornaliste ed i gionalisti di questi due siti riprendono direttamente immagini e audio):
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