DAI DARK
Scritto e illustrato da Q-Hayashida
Illustrazioni: matita su carta, colorazione digitale
Volume in bianco e nero, 212 pagine
Edizioni Panini Planet Manga
Costo del volume1: 7,50Euro
Genere: dark fantasy, fantascienza.
-Non mi uccidi?
-Mh? No.
-E perché? Le mie ossa avvererebbero tutti i tuoi desideri.
-È vero. Peccato che io non abbia alcun desiderio da realizzare. Voglio dire… Ho una forza incontrastabile, capacità infinite, un aspetto che chiunque mi invidierebbe! Una mente che trabocca sapienza! Inoltre sono immortale (forse) e divertente!!!
Immaginate una lettura pazza con tanti personaggi pazzi al suo interno. E immaginate che questi personaggi pazzi vaghino per un Universo oscuro, grottesco spietato il cui colore predominante è il nero, tutti alla ricerca di una felicità così difficile da trovare eppure così alla portata di mano.
Fatto? Avete immaginato?
Ecco, questo è Dai Dark. O almeno, questo è il pezzetto iniziale di Dai Dark di Q-Hayashida a cui seguiranno avventure, personaggi e situazioni che vi legheranno alla storia e senza che ve ne rendiate conto. Insomma, io sono vegetariana, ma vorrei provare tantissimo un Panspapolp, ovvero un panino agli spaghetti con polpette di carne!
In un'ambientazione futuribile (a mio avviso) molto vicina a quella che potrebbe diventare la nostra realtà a breve, vive Zaha Sanko, un giovane ragazzo di soli 14 anni con una caratteristica davvero unica in tutto l’Universo: le sue ossa sono magiche e chi le possiede può esaudire qualsiasi desiderio. Qualsiasi.
In una situazione chiaramente (per lui) sfigata come questa, tutti conoscono il suo potere, viene riconosciuto a vista e tutti cercano quindi di ucciderlo, desiderosi di possedere le sue ossa.
Ad aiutarlo in questa assurda e macabra fuga, il suo fedele amico Abakian, robot umanoide dalle fattezze di scheletro che si trasforma in Bagaglio Oscuro, ovvero un comodo zaino che Zaha porta sempre sulle spalle. Ma il protagonista non conta solo su Abakian, in questa sua quotidiana lotta ci sono anche artefatti “magici” unici e fortissimi, come: la pelle oscura e la scure di carne oscura.
Tutto oscuro, insomma.
La prima è un singolare rivestimento nero capace di adattarsi alle fattezze di Zaha oltre che di proteggerlo dagli attacchi di nemici, dalla circostanze avverse come freddo polare o assenza di gravità. Il secondo oggetto è un’accetta che letteralmente liquefa la carne dei nemici… Che trovata, santo cielo!! XD
Q Hayashida, autrice conosciuta in tutto il mondo per il suo Dorohedoro, non delude per la follia lucida con cui racconta le storie. Dai Dark infatti è un universo grottesco e per nulla epico, i cui cattivi, bene o male tutti mediocri idioti alla ricerca di chissà quale grandezza e potere, tengono le redini di imperi piccoli, circoscritti e mediocri come loro.
Anche l’Universo da l’idea di un qualcosa di piccolo, di conosciuto e ormai incapace di stupire. Quando il protagonista viaggia nell’Universo non prova stupore dinanzi alla grandezza di quest’ultimo, all’immensità delle nebulose, la profondità dei buchi neri. Insomma, siamo distanti anni luce dalla figura di Fetonte che basito e orripilato guida il carro del Sole. Zaha Sanko conosce i segreti dei buchi neri, vola col suo bagaglio oscuro in vignette piccole, soffocanti, nere. Non ci sono stelle infuocate all’orizzonte o incredibili pianeti gassosi con vortici e bufere come accade su Giove. Tutto è nero, piatto, piccolo e povero.
E ovviamente, scordatevi le astronavi modi Star Trek o gli androidi robot alla Wall-E: qui tutto è sporco, sudicio, logoro, mediocre. Scusate la ripetizione dell'aggettivo: qui è tutto piccolo.
Come sono piccoli anche i personaggi cosiddetti importanti della storia, per esempio la divinità della morte che, a tutti gli effetti, infastidisce col suo aspetto, i suoi denti aguzzi rimangono impressi, ma assomiglia terribilmente a un senza tetto delle metropoli del mondo.
Per tante cose Dai Dark mi ha ricordato il fumetto La Terra dei Figli di Gipi, ovvero “eroiche avventure” in quella che è poco più di una laguna popolata di straccioni.
I disegni di Q-Hayashida sono perfetti per ciò che deve raccontare: fiabeschi e opprimenti, cupi, sempre a ricordare la claustrofobia mista alla cialtronaggine. Il volume scorre via veloce ed è divertente con le sue battute grottesche e le pagine piene di dark humor.
Perso lo stupore, persa la fiducia nella Storia e nelle Eroiche Gesta, quello che resta è una realtà piccola popolata di piccoli personaggi affaccendati nella ricerca di una felicità che sarebbe così facile da raggiungere se solo fossero capaci di aprirsi agli altri. Se solo fossero capaci di un briciolo di altruismo.
E terminata la recensione, ora sono curiosa di sapere da voi in ascolto: chi l’ha letto? Che cosa ne pensate?
Buon proseguimento e alla prossima! :D
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