Arrivo in p.zza Castello con mezz'ora
di ritardo e sento da lontano alcune voci, radi applausi e 2 fanfare
che passano, una delle quali suona “Bella ciao”. Poi passa un
gruppo parecchio scortato e tra le facce non riesco a scorgere
nessun personaggio “importante” degno di tale scorta; in
compenso, un uomo dall'altra parte della strada urla a tutti i gruppi
in sfilata che i fascisti sono nel corteo anzi, il corteo lo aprono
proprio loro... <>
Dopo aver schizzato velocemente la
scena proseguo per via Po in cerca del corteo NoTav.
Cammino per qualche minuto in via Po
senza vedere nessuna bandiera NoTav e poi, ad un certo punto li
sento: sono i cori dei compagni in lontananza e le grida delle
canzoni di protesta. A precedere il massiccio gruppo NoTav, una
moltitudine di poliziotti e agenti in borghese, tutti carichi di
apprensione tanto da spingermi quasi via mentre gli passo vicino.
Siamo ancora in Via Po.
Arrivo bella trulla con un sorrisone
stampato in faccia vicino ai compagni che sfilano e, nel salutare gli
amici, vengo a sapere che in p.zza Vittorio la polizia ha già
caricato i manifestanti lasciando passare prima di loro il gruppo del
Pd con tutti i maggiori esponenti a favore del Tav (più tardi, a
casa, leggerò a mezzo stampa che nel gruppo c'erano Fassino,
Chiamparino ed Esposito, tesi che sfilavano con un sorriso forzato e
poco credibile per la campagna elettorale).
La brutta notizia e la tensione per la
polizia pressante non ferma il corteo che invece procede cantando a
squarciagola “Bella ciao”. Le bandiere sono tantissime e il
corteo è vivo.
Arriviamo in p.zza Castello.
Io sono davanti allo striscione
dedicato a Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò cercando di disegnare
più possibile mentre cammino. La Renna prende il microfono e con
l'amplificatore acceso intona i canti della Valle con tutti noi che
la seguiamo senza sosta. Un fotografo (o un giornalista?) mi si
avvicina e mi riprende, poi mi regala una matita dicendomi di aver
frequentato l'istituto d'arte e che una matita poteva sempre
servirmi. “Che gentile” penso io e poi procedo nella marcia verso
via Roma.
Prima i girare in Via Roma ricordiamo
con tutta la voce possibile Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, i/le
4 compagn* ancora inutilmente in carcere. La loro detenzione speciale
di isolamento, senza prove a carico, dura da quasi 5 mesi.
CHIARA, MATTIA, CLAUDIO, NICCOLO'
LIBERI TUTT* LIBERI SUBITO!
Il corteo intanto si è fermato e non
procede. Decido di andare più avanti per capire cosa stia
succedendo.
Percorro via Roma sotto i portici
brulicanti di persone di tutte le età ed estrazioni sociali, poi
sento un forte vociare e vedo la polizia caricare per la seconda
volta, poi per una terza volta e a questo punto accade una cosa per
me quasi incredibile: le persone intorno a me si ribellano. Ma non
quelle del corteo NoTav, ma proprio i passanti che passeggiavano
lateralmente sotto il porticato!
L'urlo ai danni della polizia diventa
sempre più alto e più forte, dice: “Assassini! Assassini!” e le
persone che lo urlano non stanno ferme ma vanno incontro alla
polizia, la fanno indietreggiare e fermare così che il corteo possa
riprendere la marcia e lo fa intonando ancora una volta “Bella
ciao”. Metto via il diario e canto anch'io con tutti i presenti e
la manifestazione la sento mia, come sento mie, forse per la prima
volta, le parole della melodia.
E' un momento speciale.
Finalmente siamo in P.zza San Carlo,
una meta che è costata non pochi scontri e non poche botte per i
compagni (malgrado la stampa e gli organi di informazione, il
pomeriggio stesso, volessero far credere che il corteo fosse formato
da violenti anarchici antagonisti e blablabla).
I No Tav prendono possesso del palco e
gli altoparlanti scandiscono le parole semplici e decise di Nicoletta
Dosio, mentre un pensiero corre a Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò,
agli indagati e a quei/quelle ragazz* che nella mattinata sono stati
portati via dalla polizia.
Un gruppo di persone felici balla sulle
note della canzone “Comandante Che Guevara”.
Comincia la festa ma davvero per poco
tempo perché, grazie all'operoso lavoro delle forze dell'ordine,
grazie alla massiccia quantità di cellulari corazzati (è passato un
momento che ne ho contati 10 più le jeep) quasi tutti se ne vanno a
festeggiare in altri luoghi.
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